26 Dic Come fare il rito propiziatorio più efficace del mondo
[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column width=”1/6″][/vc_column][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]Cominciamo con una premessa fondamentale: la nostra vita è, in realtà, un flusso continuo di tanti istanti di presente, anche se noi la percepiamo come un susseguirsi di eventi.
Questo perché l’essere umano, per comprendere meglio il mondo, non può evitare di raccontare e raccontarsi. Che è una cosa straordinaria, in grado di sostenerci nel progresso tecnologico, nelle relazioni sociali, nella comprensione di sé e molto altro.
Ma ricordarsi che gli inizi e le fini siano fatti unicamente percettivi e non oggettivi (in natura il ciclo di vita di un essere è sempre inserito nell’equilibrio di un ecosistema) ci restituisce il potere sulla nostra narrazione. Perché le narrazioni si possono cambiare, favorire, rafforzare. Nella narrazione sì che esistono gli eventi, il loro inizio e la loro fine.
Ed è proprio utilizzando il potere narrativo dell’inizio e della fine che si possono creare riti propiziatori davvero efficaci, perché di reale impatto sulla nostra percezione del mondo, cioè sulla nostra realtà.
Quindi per prepararci alla grande al percorso del DuemiladicianNUOVO ecco come crearsi il proprio rito propiziatorio, il più potente del mondo perché creato da te, per te, seguendo semplici regole che lo rendano speciale e “potente”.
Cos’è un rito propiziatorio
Non si tratta di un filtro d’amore o di una magia per cambiare lavoro. E’ piuttosto una procedura per favorire l’inizio o la fine di qualcosa, per caricare quindi di bella energia una nuova avventura, per lasciare andare al meglio una fase della vita conclusa, per salutare un amico che parte condividendo un momento cuore a cuore. Oppure per cominciare al meglio un nuovo anno.
Gli ingredienti base del rito
Il miglior rito del mondo deve essere, quindi, chiaro nel definire la fine e/o l’inizio di qualcosa, innocuo per te e per gli altri, carico di emozioni positive e, ovviamente, “rituale“. Che qui non significa assolutamente “religioso” ma, restando fedeli all’etimologia, è simile al concetto di “procedura”. Noi vogliamo comunque conservare il comune senso di fare qualcosa di sacro, quindi di estremamente importante, ma laico.
Gli ingredienti base sono:
- Chiarezza di intenti e narrativa: E’ un rito che celebra la fine e/o l’inizio di cosa?
- Emozioni positive: Il rito deve essere piacevole e farti sentire meglio. Dopotutto, è il migliore del mondo!
- Rispetto: Qualsiasi cosa tu scelga di fare deve rispettare pienamente te stesso e gli altri. Non per essere tutti più buoni (anche), ma perché è anche questa un’occasione importante per elevarti come essere umano. Poi le cose belle, buone e armoniose funzionano di più, lo dice la scienza (Scriverò un post a proposito). Quindi crea qualcosa che sia totalmente sicuro e piacevole per tutti gli esseri coinvolti.
- Sacralità: Ovvero l’atteggiamento con cui compi il rito. Concentrati, donati, presta attenzione ai gesti e al respiro e godi della tua procedura
- Procedura chiara. E’ importante che ci siano un inizio e una fine del rito stesso, oltre ad eventuali fasi intermedie. Questo ti aiuta a concentrarti e a mantenere il senso di sacralità. Non significa che dovrai prevedere tutto ciò che accadrà, anzi, goditi pure la meraviglia, ma permettiti di cominciare e finire il rito in qualche modo. Scegli quando farlo ed eventualmente per quante volte, come comincia e finisce.
- Semplicità.Per avere una procedura chiara e allo stesso tempo godersi la meraviglia e le emozioni dell’esperienza, il trucco è che il rito sia il più semplice possibile: non ti distrarrai nel dover ricordare complicati passaggi e nel farti venire ansie varie se le cose vanno in modo leggermente diverso dal previsto.
Esempio: il rito propiziatorio di fine anno
Ecco un rito perfetto secondo la ricetta che hai trovato qui sopra. Puoi usarlo per prepararti al nuovo anno alleggerendoti dei pesi passati e facendo spazio alle novità.
Intenti: Lasciare andare il passato, salutare l’anno che finisce, aprirsi alle novità che arriveranno
Quando si fa: Gli ultimi giorni dell’anno. Una volta.
Materiale necessario: Fogli di carta e penna
Raccomandazione: prenditi tutto il tempo necessario per ciascuna fase
- Apertura: Chiudi gli occhi e ascolta il tuo respiro per qualche secondo. Quando senti che è il momento, apri gli occhi e comincia il tuo rito.
- Gratitudine. Prendi un foglio e riempi una facciata con frasi che iniziano con “Grazie per:” ed elenca tutte le cose per cui sei grato che sono successe nell’anno che sta per finire. E’ possibile che emergano anche cose apparentemente “brutte” o che sorgano in te emozioni varie: lasciale fluire e passare osservandole nel corpo, senza cercare di reprimerle o attaccartici.
- Le cose che ho imparato. In un altro foglio elenca le cose che hai imparato quest’anno, con frasi che iniziano con “Ho imparato…” . Ad esempio come abbiamo superato eventuali difficoltà o imparato a montare la libreria svedese. Ti accorgerai che il tempo vola, ma intanto tu puoi imparare un sacco di cose!
- Lascio andare. In un terzo foglio scrivi tutto ciò che vuoi lasciare andare, con frasi che iniziano con “Libero…” (ad esempio, libero il mio vecchio lavoro, la mia stanchezza, la paura dei piccioni, ecc.”) qui puoi anche elencare emozioni o atteggiamenti che sei pronto a lasciare andare.
- Accolgo. Qui sbizzarrisciti con ciò che vuoi attrarre di nuovo: in un altro foglio è il momento di desideri e intenzioni, con frasi che cominciano con “Voglio…”. Se ti trovi confuso su qualcosa, ad esempio vuoi un nuovo lavoro ma non sai quale potrebbe essere, chiudi gli occhi e visualizza il più dettagliatamente possibile ciò che vorresti: le emozioni, l’ambiente, quello che viene è giusto.
- Rilascio. Ora avrai 4 fogli (o 4 gruppi di fogli se ti sei fatto prendere la mano) e puoi consegnarli ai 4 elementi per farli andare nel mondo. Puoi eseguire le 4 fasi in momenti diversi, ma ti consiglio di farlo nel minor tempo possibile.
- Consegna la gratitudine all’Acqua, così che possa permeare in ogni parte di te e della tua vita. Trova un corso d’acqua, il mare, la pioggia o altro, immergi in essa il tuo foglio, o leggiglielo a voce alta. Poi eventualmente liberatene ecologicamente come senti opportuno.
- Consegna le cose che hai imparato alla Terra, così che possano crescere in te e dare ulteriori frutti. Puoi sotterrare i tuoi fogli o metterli sotto un sasso.
- Consegna ciò che lasci andare al Fuoco, così che quello che non serve più a te possa essere rigenerato. Brucia il relativo foglio in un posto sicuro e all’aria aperta. Stai attento, mi raccomando.
- Consegna ciò che accogli all’Aria, così che le tue volontà e i tuoi desideri raggiungano ogni parte del mondo e possano trovarti con più facilità. Per fare questo leggi ad alta voce il relativo foglio in un luogo all’aperto che ti piace, dove puoi stare da solo. Poi eventualmente liberatene ecologicamente come senti opportuno.
- Chiusura del rito. Ora sei pronto per salutare l’anno che è andato. All’aria aperta, ringrazia i quattro elementi ad alta voce e l’anno che è finito. Quando senti che è il momento, accogli con un bel respiro il nuovo che arriva.
Che ne pensi di questo rito? Ti piace? L’hai mai provato? Puoi condividere la tua esperienza qui o all’interno del gruppo riservato Facebook DuemiliadicianNUOVO se hai scaricato il calendario qui.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/6″][/vc_column][/vc_row]